Grotta Byron – Porto Venere

grottabyronAppena superato il canale di Porto Venere, in direzione Riomaggiore, si trova uno specchio di mare protetto dallo sperone di roccia su cui svetta la chiesa di S.Pietro da un lato, e le antiche mura della guarnigione dall’altro.

E’ una immersione quella che si svolge lungo la parete che non pone difficoltà, quindi può essere tranquillamente affrontata indifferentemente da neofiti ed esperti.

L’immersione inizia ai piedi della falesia ad una profondità di cinque metri, per poi proseguire lungo il fianco e raggiungere così la profondità massima che sfiora una ventina di metri dalla superficie.

Lungo l’intero percorso la roccia è ricca di cavià ed anfratti che danno rifugio a molti organismi.

Ogni centimetro quadrato di roccia è ricoperto da un microcosmo interessantissimo e vario , tanto da essere consigliato come luogo ideale per svolgervi corsi e specialità di naturalism e biologia marina. Ma oltre ad una infinità di piccoli crostacei che si annidano tra le strette fessure della roccia e che sono i soggetti che si possono osservare con maggio frequenza , ad essi fanno degna compagnia: blennidi, nudibranchi multicolore o ancora minuti gamberi ed anemoni.

Mantenendo ancora la quota più profonda si incontra nella parete un spigolo ad angolo diedro che si può risalire fino alla quota dei meno dodici, punto in cui si interrompe.
Il sottostante fondale è caratterizzato da sabbia e rocce sparse, territorio ideale di caccia per seppie gronghi, polpi e grosse triglia.

E’ anche l’ambiente prediletto degli anemoni di mare dove tra i suoi micidiali tentacoli vivono comodamente due piccoli crostacei.
A tener loro compagnia c’è anche un minuto gobide beige macchiettato di bruno, Gobius buchichii, che predilige far scomparire le proprie tracce tra le braccia dell’attinia quando si sente minacciato.

Si è potuto dimostrare che l’immunità nei confronti delle cellule urticanti dell’attinia , di cui il gobide è dotato, è assicurata dal muco che ricopre il suo corpo.
Altri pesci dello stesso habitat, come i blennidi, non beneficiano di questa immunità malgrado anch’essi siano ricoperto da muco.

Testo tratto dal volume "I tesori sommersi del Parco.L'Area di Tutela Marina" scritto da Adriano Penco.


 

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