Località: Isola Palmaria.
È la grotta più importante dell’isola, non solo per dimensioni, ma anche per il materiale paleontologico che ha conservato. Sotto questo aspetto è anche una delle più importanti della Liguria orientale.È stata scoperta e studiata per la prima volta dal Prof. Giovanni Capellini nel 1869 , successivi studi furono condotti da E. Regalia, D. Carazzi e U. Mazzini.
Nell’immediato secondo dopoguerra venne eseguito un saggio scavo dall’Università di Pisa per verificare o meno l’esistenza di una stratigrafia.
Questa grotta si trova nella punta sud della Palmaria, verso l’isola del Tino, di fronte però al mare aperto ad un’altezza di una trentina di metri dalla superficie marina in un dirupo sterposo a picco sull’acqua.
È composta di un gran corridoio di acceso e di due caverne delle quali la più interna ,detta la gran Sala, è la più ampia.
La grotta fu scelta come insediamento abitativo, perché più asciutta, meglio difesa e più comoda rispetto alle altre caverne presenti sull’isola.
Nella grotta fu rinvenuto un vero archivio di oggetti di quell’epoca remotissima come: punte di frecce, raschiatoi di selce, stecche, punteruoli dosso, perle di calcare bianco, rozze stoviglie, conchiglie traforate e levigate.
Furono scoperti inoltre un gran numero di resti umani e di varie specie di mammiferi. Tra i numerosi resti rinvenuti vi sono delle ossa fossilizzate di animali, che vivono abitualmente nelle zone fredde e glaciali quali lo stambecco, il camoscio, il ghiottone e la civetta delle nevi, il che sta a significare che la Grotta era abitata già nel periodo glaciale o immediatamente successivo.