E’ un pipistrello di grossa taglia dotato come tutti i membri della sua famiglia di una conformazione epidermica a livello nasale con cui capta gli ultrasuoni emessi dalle narici ed amplificarli come se fosse una sorta di imbuto.
Questa conformazione somiglia ad un ferro di cavallo e perciò è conosciuto come “Ferro di cavallo maggiore” (Rhinolophus ferrumequinum, Schreber).
Si riposa nel tipico modo in cui siamo abituati a pensare a questi animali, a testa in giù più o meno avvolto dalla membrana alare.
E’ lungo dai 5 ai 7 cm per un peso che varia tra i 17 e i 30 grammi; la sua apertura alare è compresa tra 33 e 40 cm.
Può formare colonie estive ed invernali di parecchie centinaia di individui, mentre le colonie riproduttiva contano 10-200 adulti in prevalenza femmine ed eventualmente maschi giovani.
Vive in tutta l’Europa centrale, in tutto il bacino del Mediterraneo e in oriente lo troviamo fino al Giappone.
Popola tutte le regioni italiane dove fino agli anni ‘40 era considerato abbondante; ultimamente è stato osservato un calo in alcune regioni, ma non è a rischio ed è certamente necessario un approfondimento delle indagini.
E’ una specie sedentaria che predilige pascoli permanenti alternate a boschi di latifoglie mesofile; la presenza di ambienti umidi favorisce maggiormente la specie.
Si ciba preferibilmente di insetti catturati in volo come Lepidotteri e Coleotteri; in misura minore Imenotteri, Ditteri, Tricotteri.
Gli accoppiamenti avvengono in autunno ma già da magio si formano le colonie riproduttive; la femmina partorisce un solo piccolo, una volta l’anno.
Non è detto che ci sia un parto ogni anno e in ogni caso la femmina non rimane gravida prima del quarto anno.
Le numerose grotte e l’ambiente tipico del Parco sono certamente ideali per questo mammifero che infatti è facile vedere nelle re serali e notturne.